Bob Marley a 35 anni dalla sua morte.
C’era un tipo di musica allora, che forse gli Europei non capivano bene, ed era una musica naturale, semplicissima, fluida, forse anche banale.
Suonata con pochissimi semplici strumenti e su giri d’accordi ripetitivi e al limite della noia.
Ma era un tipo di musica, il reggae, che metteva insieme spiritualità e fisicità, impegno sociale e amore. In America spopolava, perché era simbolo di naturalezza.
Un po’ come lo era stato il blues per tanti anni. Il mentore della musica reggae era Bob Marley, il mito dei miti. Era un portatore di messaggi di pace, di liberazione.
Dalla Giamaica, piccola isola dei Caraibi, arrivava un messaggio tanto limpido quanto rivoluzionario, un messaggio d’amore.
L’11 maggio 1981 moriva Bob Marley, al secolo Robert Nesta Marley, che ha prodotto brani fantastici nella sua breve vita musicale: Get up stand up, Is this love, No woman no cry, Lively Up Yorself e molti altri.
Un sogno di libertà e di trasgressione positiva che è durato pochi lustri. Un poeta e un combattente al contempo. Ma sempre con le armi della pace.
E un pezzo consistente di lui è ancora nei nostri cuori.