Bere caffè in gravidanza potrebbe non essere dannoso, suggerisce uno studio australiano

Antonio Capobianco

Un nuovo studio condotto dall’Università del Queensland ha rivelato che il consumo di caffè durante la gravidanza potrebbe non avere effetti negativi sullo sviluppo cerebrale del bambino. La ricerca, che ha esaminato dati genetici di migliaia di famiglie norvegesi, non ha trovato alcun legame tra l’assunzione di caffeina da parte delle future mamme e difficoltà nello sviluppo delle abilità cognitive o motorie nei loro figli.

Bere caffè in gravidanza potrebbe non essere dannoso
foto@pixabay

I dettagli dello studio: genetica e sviluppo infantile

Gli scienziati hanno analizzato i dati genetici di decine di migliaia di famiglie, utilizzando questionari per raccogliere informazioni sul consumo di caffè dei genitori prima e durante la gravidanza. Le famiglie hanno anche risposto a domande riguardanti lo sviluppo dei loro figli fino agli otto anni, concentrandosi su abilità sociali, motorie e linguistiche.

Uno dei fattori che ha spinto a condurre lo studio è il fatto che la caffeina, durante la gravidanza, viene metabolizzata più lentamente a causa dei cambiamenti fisiologici del corpo della madre. Inoltre, la caffeina può attraversare la placenta, raggiungendo il feto, che non dispone degli enzimi necessari per scomporla. Questo accumulo di caffeina era stato precedentemente associato a possibili effetti negativi sullo sviluppo cerebrale del bambino.

Un nuovo approccio alla ricerca: la randomizzazione mendeliana

Per superare le limitazioni degli studi precedenti, che non erano in grado di distinguere tra i vari fattori ambientali (come fumo, alcol o dieta), il team di ricerca ha utilizzato un approccio innovativo chiamato randomizzazione mendeliana. Questo metodo sfrutta varianti genetiche che influenzano il comportamento di consumo di caffè e permette di isolare l’effetto della caffeina da altri fattori potenzialmente dannosi durante la gravidanza.

La dottoressa Gunn-Helen Moen, a capo della ricerca, ha spiegato che questo metodo imita un trial clinico controllato randomizzato senza esporre madri incinte o bambini a rischi inutili. “Questo approccio ci ha permesso di separare l’effetto della caffeina da quello di altre variabili come alcol, fumo e cattiva alimentazione”, ha affermato la dottoressa Moen.

Cosa significa per le future mamme?

Nonostante i risultati rassicuranti dello studio, i ricercatori consigliano comunque alle donne in gravidanza di seguire le linee guida mediche sull’assunzione di caffeina, che raccomandano di limitare il consumo a 200 mg al giorno, l’equivalente di circa una tazza di caffè. Queste linee guida esistono per minimizzare qualsiasi rischio potenziale, anche se i dati di questo studio sembrano suggerire che la caffeina non rappresenti un pericolo diretto per lo sviluppo cerebrale del bambino.

Conclusioni

Questo studio offre un importante contributo alla comprensione degli effetti della caffeina in gravidanza, fornendo dati che potrebbero rassicurare le future mamme preoccupate per il consumo di caffè. Tuttavia, è sempre consigliabile consultare un medico per ricevere indicazioni personalizzate sul consumo di caffeina e altri alimenti durante la gravidanza.

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