Apprendimento e memoria stimolati dalla forza di volontà

Apprendimento e memoria sono per la maggior parte stimolati dalla nostra forza di volontà.

Un nuovo studio, condotto da un gruppo internazionale di ricercatori e pubblicato sulla rivista PNAS (Atti della National Academy of Sciences ), fa luce per la prima volta su questo meccanismo cognitivo negli esseri umani. Secondo i suoi autori, la chiave sta nelle oscillazioni delle onde theta generate dall’ippocampo del cervello umano, mentre il cervello controlla il processo di apprendimento.

Apprendimento e memoria stimolati dalla forza di volonta

Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori hanno reclutato pazienti con epilessia e hanno chiesto loro di partecipare ad un gioco basato sulla realtà virtuale. Stavano navigando su una pista quadrata e dovevano ricordare immagini di oggetti presentati in diversi punti della pista. La navigazione potrebbe essere attiva, ovvero i partecipanti controllavano liberamente i propri movimenti, oppure passiva, se fosse un altro soggetto a pianificare il percorso e, quindi, a decidere l’ordine di esposizione alle immagini dei percorsi. In questa seconda modalità i soggetti non avevano quindi alcun controllo su come memorizzare gli oggetti dispersi nell’ambiente virtuale.

I ricercatori hanno misurato l’attività elettrofisiologica del loro ippocampo e hanno testato il riconoscimento degli oggetti alla fine dell’esperimento. Sono stati così in grado di verificare l’importanza dell’apprendimento attivo in ciascuno dei partecipanti.

Hanno quindi scoperto che nei soggetti che avevano una navigazione attiva, “è stato identificato un aumento delle oscillazioni theta, che ha reso più efficiente l’apprendimento e la successiva memoria“. Sono stati inoltre individuati due fenomeni consecutivi, separati da millisecondi: “uno corrispondeva alla codifica delle informazioni, l’altro al recupero delle informazioni precedentemente memorizzate: la riattivazione della memoria” , precisa il dottor Daniel Pacheco, primo autore dello studio .

I soggetti che potevano navigare liberamente nell’ambiente virtuale, infatti, prediligevano un codice di fase theta che favorisse la fissazione e il recupero delle informazioni.

Per i ricercatori, le applicazioni pratiche di questa scoperta sono molteplici perché “conferma empiricamente che elementi come la motivazione, il controllo cognitivo e la capacità di decidere da soli sono essenziali per un apprendimento efficace” . Oltre alla sua applicazione nell’educazione per promuovere un apprendimento efficace, può consentire, manipolando l’oscillazione theta, di “modificare i ricordi traumatici o migliorare i ricordi persi a causa di amnesia o malattie neurodegenerative” .

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