Per l’organizzazione umanitaria Amnesty International l’Egitto è terra di torture e sparizioni.
Non solo Tullio Regeni. I numeri forniti da Amnesty International, certamente organizzazione non di parte, sono impressionanti. Il rapporto si chiama: “Egitto, ufficialmente tu non esisti”.
Nel dossier ci sono diciassette testimonianze molto particolareggiate di alcune delle migliaia di vittime che gli aguzzini del regime hanno torturato o cercato di far sparire. Fra questi ci sono addirittura ragazzini di 14 anni. Roba da regime cileno di Pinochet.
E il bello è che pure il governo egiziano ammette alcune cifre: fra il 2014 e il 2014 sono state arrestate almeno 22mila persone; nel 2015 sono stati arrestati altri 12mila sospetti.
Centinaia di persone sono in attesa dell’esecuzione di una condanna a morte, fra cui anche l’ex Presidente Mohamed Morsi.
I prigionieri politici sono quindi 34mila. E queste sono le cifre ufficiali del governo, ma si suppone, a ragione, che possano essere molti di più.
Sovente succede che gli arrestati non vadano in prigione, ma siano portati in altre destinazioni sconosciute. Delle quali, ovviamente, nessuno sa nulla. E dalle quali, ovviamente, non tornano indietro. Spariscono.
Secondo il rapporto di Amnesty International, a sparire in Egitto sarebbe una media di tre o quattro persone al giorno.