Alzheimer, in aiuto dei malati arriva una memoria virtuale

Antonio Capobianco

Tra le malattie neurodegenerative, l’Alzheimer è una delle più terribili, per il paziente ma anche per tutte le persone intorno che progressivamente assistono al lento deteriorarsi della memoria del proprio caro, spegnendosi giorno dopo giorno in un percorso che ad oggi è ancora impossibile arrestare.

L’Alzheimer è anche la forma di demenza più diffusa e comporta un lento, progressivo decadimento delle funzioni cognitive, compromissione della memoria, del pensiero e del comportamento. In Italia oltre 600mila malati di Alzheimer, pari al 4,7% dell’intera popolazione sopra i 65 anni. Nel 2030 saranno più di 2 milioni.

Nei pazienti affetti da demenza di Alzheimer si osserva una perdita di cellule nervose nelle aree cerebrali vitali per la memoria e per altre funzioni cognitive. Si riscontra, inoltre, un basso livello di quelle sostanze chimiche, come l’acetilcolina, che lavorano come neurotrasmettitori e sono quindi coinvolte nella comunicazione tra le cellule nervose.

La demenza di Alzheimer si manifesta con lievi problemi di memoria, fino a concludersi con grossi danni ai tessuti cerebrali, ma la rapidità con cui i sintomi si acutizzano varia da persona a persona. Nel corso della malattia i deficit cognitivi si acuiscono e possono portare il paziente a gravi perdite di memoria, a porre più volte le stesse domande, a perdersi in luoghi familiari, all’incapacità di seguire delle indicazioni precise, ad avere disorientamenti sul tempo, sulle persone e sui luoghi, ma anche a trascurare la propria sicurezza personale, l’igiene e la nutrizione.

Oggi purtroppo non esistono farmaci in grado di fermare e far regredire la malattia e tutti i trattamenti disponibili puntano a contenerne i sintomi.

Mentre si attende che la ricerca metta a disposizione nuovi strumenti e terapie per curare questa patologia, la tecnologia e i social possono aiutare i pazienti a riconquistare la propria quotidianità.

Tra i tanti ausili disponibili spicca ad esempio “Chat Yourself“, il primo Chat Bot ottimizzato per i malati prodromici di Alzheimer.

Si tratta più semplicemente di assistenti virtuali che, mossi dall’intelligenza artificiale, sono in grado di supportare i malati nell’arco della giornata. In particolare, lo strumento non è altro che un suggeritore che ha lo scopo di interagire e ricordare.

Questo ausilio rientra in un progetto appena presentato a Roma e realizzato da Italia Longeva, la Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva del Ministero della Salute con il contributo non condizionante di MSD.

La diffusione del progetto è sostenuta da una campagna social che vede in prima linea esperti e familiari e, a partire da oggi – anticipando la Giornata Mondiale dell’Alzheimer che si celebra il 21 settembre – anche da testimonial del mondo della cultura e dello spettacolo.

Sviluppato su Messenger, Chat Yourself è in grado di memorizzare tutte le informazioni relative alla vita di una persona, restituendole su richiesta all’utente, che ha anche la possibilità di impostare notifiche personalizzate (ad esempio per ricordare di prendere i medicinali).

Il chatbot è disponibile e accessibile a tutti gratuitamente sulla pagina Facebook di Chat Yourself (@chatyourselfitalia).

“In attesa di cure efficaci contro l’Alzheimer – ha spiegato Roberto Bernabei, Presidente del network dedicato all’invecchiamento – una strada percorribile nelle prime fasi dopo la diagnosi è quella di sfruttare le risorse della tecnologia. Chat Yourself è nato con questo obiettivo: contenere il danno provocato dalla malattia, affiancando all’impegno dei propri cari un aiuto concreto a ricordare”.

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