A stare sempre seduti si invecchia prima

Antonio Capobianco

Viviamo in un’epoca dominata dalla tecnologia, dove gran parte delle nostre attività quotidiane avviene davanti a schermi. Questo nuovo stile di vita ha portato a una crescente sedentarietà, e i Millennials, spesso descritti come una generazione “always on,” ne sono un esempio lampante, passando oltre 60 ore alla settimana seduti. Tuttavia, le conseguenze per la salute di questo comportamento sono allarmanti.

A stare sempre seduti si invecchia prima
foto@pixabay

La Sedentarietà Come Fattore di Rischio

Un team di ricercatori delle università del Colorado a Boulder e della California a Riverside ha rivelato quanto sia dannosa questa abitudine per i giovani adulti. Secondo i risultati, stare seduti per ore aumenta il rischio di malattie cardiache e accelera l’invecchiamento, nonostante l’attività fisica possa aiutare a mitigare alcuni effetti. Lo studio ha coinvolto oltre 1.000 partecipanti, inclusi 730 gemelli, e ha analizzato parametri come il colesterolo e l’indice di massa corporea (BMI).

I ricercatori hanno sfatato il mito secondo cui 20 minuti di esercizio moderato al giorno sarebbero sufficienti per contrastare i danni derivanti dal tempo passato seduti. “La nostra ricerca indica che occorre un’attività fisica più intensa o un ridotto tempo di sedentarietà per abbattere i rischi associati all’invecchiamento precoce”, afferma Chandra Reynolds, autore principale dello studio e professore presso l’Institute for Behavioral Genetics.

Lo Studio sui Giovani Adulti

Ryan Bruellman, co-autore e dottorando in genetica e bioinformatica presso UC Riverside, ha osservato come l’aumento della sedentarietà fosse diventato la norma, soprattutto a seguito della pandemia. Molti giovani adulti credono erroneamente di essere immuni agli effetti dell’invecchiamento, confidando nel loro metabolismo. Tuttavia, secondo Bruellman, ciò che si fa in questa fase della vita può avere un impatto duraturo sulla salute.

I partecipanti, con un’età media di 33 anni, hanno riferito di stare seduti per circa 9 ore al giorno, con alcuni che arrivano addirittura a 16 ore. Anche coloro che seguono le raccomandazioni per l’attività fisica rischiano di subire gli effetti negativi di uno stile di vita sedentario. In particolare, chi rimane seduto per oltre 8,5 ore al giorno rientra in una categoria a rischio per problemi cardiovascolari e metabolici, nonostante segua regolarmente programmi di esercizio moderato.

Quando L’Esercizio Non Basta

Una passeggiata veloce dopo il lavoro potrebbe non essere sufficiente per contrastare gli effetti della sedentarietà. Tuttavia, sessioni più intense, come la corsa o il ciclismo per almeno 30 minuti al giorno, sembrano avere un impatto positivo. Gli individui che praticano esercizio vigoroso mostrano livelli di colesterolo e BMI simili a quelli di persone più giovani di 5-10 anni.

Nonostante questi benefici, l’esercizio fisico intenso da solo non riesce a eliminare completamente i danni provocati dal tempo prolungato passato seduti. La chiave sta nel trovare un equilibrio, alternando momenti di movimento frequenti durante la giornata e riducendo il tempo trascorso in inattività.

Effetti sul Benessere Mentale

Oltre ai rischi fisici, la sedentarietà ha un impatto significativo sulla salute mentale. L’inattività prolungata è associata a livelli più alti di ansia, depressione e una minore funzionalità cognitiva. Il cervello riceve meno flusso sanguigno durante lunghi periodi di inattività, il che può compromettere la chiarezza mentale e il benessere emotivo.

Al contrario, le persone che si muovono di più durante il giorno tendono a essere più felici e mentalmente più attive. Questo evidenzia l’importanza di un approccio equilibrato tra lavoro e attività fisica per un benessere complessivo.

Soluzioni Pratiche per Contrastare la Sedentarietà

Passare da uno stile di vita sedentario a uno più attivo non richiede rivoluzioni, ma piccoli cambiamenti pratici. Ad esempio, impostare promemoria per alzarsi ogni ora, fare stretching o camminare per qualche minuto può fare una grande differenza. Allenamenti ad alta intensità, anche brevi, possono contrastare alcuni effetti negativi dell’inattività.

Bruellman suggerisce di cambiare le abitudini in ufficio: provare a lavorare in piedi, organizzare riunioni in movimento e fare pause frequenti per muoversi. Diventare un “guerriero del weekend” può anche aiutare, svolgendo attività fisica intensa quando possibile.

Reynolds incoraggia i giovani a sviluppare abitudini salutari già in giovane età per evitare problemi di salute in futuro. Con un po’ di impegno e consapevolezza, è possibile contrastare gli effetti dell’inattività e promuovere un benessere a lungo termine.

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