Il G7 decide: Niente rubli per il gas di Putin

Antonio Capobianco

I governi del G7, che riunisce le nazioni industrializzate più avanzate del mondo, stanno esortando le aziende che importano energia russa nel loro Paese a non pagare in rubli il gas naturale acquistato dalla Russia in base ai contratti esistenti, lo ha affermato il ministro tedesco dell’Economia e della protezione del clima.

Robert Habeck ha affermato di aver convocato i ministri dell’energia a nome della Germania, che detiene la presidenza del G7, per fornire una risposta unificata e coordinata all’introduzione di un sistema di regolamento basato sul rublo per i paesi che il Cremlino ha dichiarato ostile.

Nella conferenza online, c’era un completo accordo sul fatto che:

La mossa di Mosca è una “violazione unilaterale e chiara” dei contratti di fornitura di gas naturale esistenti, specifica il ministro.

Ha sottolineato che era ovvio che Vladimir Putin stesse cercando di dividere la comunità, ma l’unità e la determinazione del gruppo hanno dimostrato che non avrebbero permesso al presidente russo di farlo.

Tutti i membri del Gruppo G7 continuano a ritenere validi i contratti di fornitura di gas naturale con i partner russi ed a ritenere che le società del loro Paese debbano rispettare i contratti.

Invitano quindi queste aziende a “non rispettare la richiesta di Putin”.

Il G7 riunisce Stati Uniti, Francia, Giappone, Canada, Gran Bretagna, Germania e Italia e l’Unione Europea come istituzione sovranazionale.

Il Forum informale di conciliazione dei paesi più sviluppati è attivo dal 1975 e nel 1998 la Russia è stata inclusa come membro del G8.

Eppure opera come un gruppo del G7 perché l’adesione della Russia è stata sospesa nel 2014 a causa dell’invasione della penisola di Crimea da parte dell’Ucraina in violazione del diritto internazionale.

fonte@MTI / Foto@Presidential Executive Office, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

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