Banca Etruria, da analfabeti a laureati in un “bond”

Antonio Capobianco

Banca Etruria, da analfabeti a laureati in un “bond”Banca Etruria per vendere bond ha fatto diventare laureati clienti con la terza elementare.

E così Banca Etruria continua a far parlare di sé per la gestione “allegra” dell’Istituto. L’ultima chicca ce la offre Federconsumatori.

L’associazione dei consumatori, infatti, ha scoperto che per vendere le tristemente note obbligazioni subordinate che hanno finito per mandare sul lastrico molti piccoli risparmiatori, sedicenti funzionari della banca si erano attrezzati anche per fare miracoli facendo diventare tutti dottori, laureati e no.

Perché cotanto atto di generosità? Semplicemente perché per vendere le obbligazioni subordinate, e tutti gli altri prodotti ad alto rischio, l’istituto è obbligato a far compilare ai clienti un questionario che risponda ai criteri della direttiva dell’Unione Europea 2004/39/CE nota come Mifid (Markets in Financial Instruments Directive).

La direttiva MiFID impone agli istituti finanziari di fare una “classificazione della propria clientela ai fini di modulare gli obblighi informativi da assolvere e le tutele da garantire”.

Detto in soldoni la direttiva imposta dalla UE, mira ad acccertare che il cliente abbia ben compreso il rischio che corre acquistando alcuni prodotti rischiosi.

Ebbene alla Banca Etruria, giusto per facilitare il compito ai clienti che a malapena sapevano firmare, i funzionari si prendevano la briga di compilare il questionario in nome e per conto. Ovviamente le risposte erano quelle “giuste”.

Così accade che “ la signora Pina F., che ha quasi 90 anni e nella sua vita scolastica non è andata oltre la terza elementare, nel questionario Mifid che le ha permesso di investire 40.000 euro in subordinate, risulta possedere un “diploma superiore”. E questo non un caso isolato, ovviamente.

Chiara Rubbiani di Federconsumatori che sta controllando le pratiche dei 1300 investitori che hanno perso tutto, ha raccontato a La Repubblica che “Quaranta persone ci hanno portato la documentazione che Banca Etruria ha fornito loro e nella quasi totalità dei casi il Mifid è stato compilato dai funzionari con dati che non corrispondono a quelli reali”.

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