Fin dallo scoppio della pandemia, la “scusa” maggiormente utilizzata da coloro che volevano cercare una qualche “giustificazione” alle morti provocate dal virus, senza ammetterne la gravità, è stata quella dell’età avanzata dei contagiati.
Perché preoccuparsi di migliaia di morti, quando sono per la maggior parte persone molto anziane o comunque con gravi patologie pregresse?
Quasi che avere altre patologie fosse un “buon” motivo per morire, ma che scuse si troveranno ora che l’età media dei contagiati sta calando vertiginosamente?
Al Corriere della Sera il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha spiegato che sarà “un autunno di resistenza, perché il virus non è scomparso e, in attesa di cure più certe e dei vaccini, dobbiamo continuare a gestire il rischio. Chiaro è che i mesi autunnali mi preoccupano di più”.
“L’età media dei contagiati sta drammaticamente scendendo sotto i 40 anni. E’ normale che i più giovani si sentano più forti, ma chi porta il virus a casa rischia di fare danni veri alle persone fragili”, osserva. “Non essere preoccupati sarebbe da sconsiderati, nulla può essere dato per scontato”, conclude.