Nei mesi scorsi la Corte suprema degli Stati Uniti su istanza del ministro della giustizia William Barr ha reintrodotto la pena di morte per i crimini federali.
In America il sistema penale federale è infatti diverso dai sistemi penali dei 50 singoli Stati, quindi i crimini federali punibili con la pena capitale sono diversi dai paralleli crimini punibili con la morte dai singoli Stati.
Anche se la pena di morte è legale, il provvedimento si pone in contrasto con le decisioni di diversi Stati che hanno dichiarato illegale la pena di morte o hanno varato delle moratorie.
La Corte Suprema ha quindi in queste ore dato il via libera alla prima esecuzione federale dal 2003, che mette fine a una moratoria di fatto per i detenuti nelle prigioni federali.
I giudici hanno votato per consentire l’uccisione di Daniel Lewis Lee, condannato rinchiuso nel braccio della morte a Terre Haute, in Indiana, ritenuto colpevole di avere ucciso un commerciante di armi, la moglie e la figlia di otto anni nel 1996 in Arkansas.
Per il detenuto, Daniel Lewis Lee, l’iniezione letale con un potente sedativo, il pentobarbital, era prevista per lunedì, ma un tribunale l’aveva sospesa. Alla fine però la Corte Suprema ha nuovamente ribaltato la sentenza.
L’uomo è quindi stato ucciso ieri mattina, e dichiarato morto alle 8.07 ora locale (le 14.07 in Italia). Altre due esecuzioni capitali sono programmate questa settimana, quelle di Wesley Ira Purkey proprio oggi e Dustin Lee Honken venerdì.