All’inizio della fase 2, lo scorso 4 maggio, anche il premier Giuseppe Conte lo ha detto chiaramente: non potendo più controllare tutti, come si è fatto durante la quarantena, in questa fase tutto è affidato al buon senso e alla responsabilità dei cittadini.
Buon senso che dovrebbe spingere ad evitare assembramenti ed usare i dispositivi di protezione, ma a quanto pare tanti, troppi, ne sono privi.
E così si cominciano a vedere piazze affollate, feste improvvisate, locali strapieni in barba al distanziamento sociale.
E, soprattutto nelle regioni più colpite, la paura è tanta: ecco perché il governatore del Veneto, Luca Zaia, pare pronto addirittura a richiudere tutto.
«Non ho nulla contro la festa, ma divieto di assembramento e uso della mascherina sono la conditio sine qua non, il salvavita per la tutela dei cittadini», ha tuonato Zaia.
Ed ha aggiunto: «Se aumenteranno i contagi richiuderemo bar, ristoranti e spiagge e torneremo a chiuderci in casa con il silicone».