Lo dice la stessa Costituzione nel suo primo articolo: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
L’importanza del lavoro viene quindi posta a fondamento dell’intera nazione, ma come è possibile conciliare tutto questo con la situazione attuale in ci versa il nostro paese, con milioni di persone senza lavoro o che comunque non guadagnano abbastanza per vivere dignitosamente?
In queste ore se ne è occupato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in occasione della tradizionale cerimonia dello scambio di auguri con le alte cariche dello Stato ha incitato il mondo politico italiano a smetterla di scontrarsi giorno per giorno e di pensare invece al futuro del paese.
“Sappiamo che la politica comporta anche scontri” ma, come disse Aldo Moro, serve anche oggi “la comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo“, dice Mattarella.
E aggiunge: “La prolungata fase di debolezza dell’economia ha inciso pesantemente sull’apparato produttivo del nostro Paese, con pesanti conseguenze occupazionali e gravi fenomeni di disgregazione sociale. Ecco la missione per cui combattere e il nemico da sconfiggere insieme: il lavoro che manca, quel lavoro indicato come fondamento della nostra Repubblica“.
Per il capo dello Stato, “serve il lavoro, remunerato e tutelato, anche nella sicurezza, come rimedio alla frammentazione sociale e come elemento centrale della ripresa economica“.
Nel suo discorso il presidente della Repubblica ha parlato anche di lavoro al femminile evidenziando come “la presenza delle donne ai vertici delle istituzioni e nei ruoli di responsabilità delle imprese e della società civile è uno straordinario fattore di crescita ed equilibrio. Stiamo compiendo passi avanti anche se non ancora stiamo vicini al traguardo“.