Negli ultimi mesi siamo così concentrati a discriminare stranieri ed immigrati in genere che ci dimentichiamo che, anche nello stesso stivale, esistono forti discriminazioni e differenziazioni tra nord e sud del paese.
Nel 2019 nascere in Campania o in Sicilia vuol dire ancora portarsi addosso un marchio, un’etichetta negativa, che può condizionare il proprio percorso lavorativo.
Naturalmente non è sempre e dovunque così, ma la storia odierna che viene da Pordenone ci fa capire come la strada sia ancora lunga e tutta in salita.
“Figurati se andiamo a prendere una da Palermo”: questo il contenuto di una mail che si è vista recapitare per sbaglio Erminia Muscolino, una laureata in Biologia di Palermo che aveva fatto domanda per una borsa di studio in provincia di Pordenone, all’Istituto tumori Cro (Centro riferimento oncologico)di Aviano.
Evidentemente quel testo doveva essere una comunicazione interna che è finita per errore all’indirizzo sbagliato.
“Quella mail – spiega la la stessa biologa 30enne – era indirizzata a un’altra persona, ma faceva riferimenti alla mia richiesta”.
In una successiva mail, inviata alla biologa, l’istituto ha cercato di chiarire la sua posizione chiarendo che quel commento discriminatorio voleva in realtà sottolineare che nessun siciliano avrebbe potuto accettare di lavorare senza compenso, per volontariato, a Pordenone, ma la risposta, a onor del vero, non ha convinto nessuno.