Nulla di fatto ancora sulle unioni civili: la stepchild adoption incassa il no di Berlusconi e divide il Pd.
Matteo Renzi, dopo il vertice a Palazzo Chigi, nel tentativo di salvare capra e cavoli, sulla spinosa questione della stepchild adoption, nel tentativo di uscirne “diplomaticamente”, aveva detto che il Parlamento “avrà piena libertà di coscienza”.
Ma a quanto pare, adesso che il dibattito si è riaperto, Berlusconi non ci sta. “Inutile dire – ha argomentato Silvio – che una cosa sono le unioni civili, alle quali siamo favorevoli e per le quali abbiamo anche presentato una proposta di legge. Altra sono le previsioni del progetto di legge Cirinnà”.
Il testo Cirinnà all’esame, come noto, estende alle unioni civili la “contestata” stepchild adoption, ossia l’adozione del bambino che vive in una coppia dello stesso sesso, ma che è figlio biologico di uno solo dei due, prevista dall’articolo 44 della legge sulle adozioni.
Perciò, anche se è passata la proposta della “libertà di coscienza”, Forza Italia voterà contro il progetto di legge presentato dalla senatrice del Pd.
Il Pd dovrebbe votarlo all’unanimità questo testo.
Così vorrebbe il buon senso. Ma c’è da fare i conti con i dem fermi sull’intenzione di proporre in aula l’affido rafforzato. E così nel partito democratico già si dice che eventuali “avvicinamenti non sembrano praticabili”.
E in attesa di sapere se il Bel Paese avrà mai la sua legge sulle Unioni Civili, ricordiamo che la stepchild adoption è consentita in molti Paesi europei come ad esempio Regno Unito Spagna, Svezia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Francia ma anche in nazioni, come Germania, Finlandia e Groenlandia.
In questi Paesi veramente civili, già da tempo nessuno si scandalizza o fa tanto ipocriti quanto inutili moralismi sull’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali.