Erdogan, bontà sua, perdona chi lo insulta.
Erdogan il compassionevole e misericordioso, decide di perdonare chi si è reso colpevole di mancanza di rispetto nei suoi confronti.
Però continua con le sue purghe contro i cosiddetti golpisti. I quali, fra giornalisti, militari, statali, politici, gente comune, in sostanza sono la metà della popolazione della Turchia.
Infatti, le purghe, fra licenziamenti, arresti e altre misure punitive, ammontano a decine di migliaia e non accennano ad arrestarsi.
Ma il buon Sultano ci tiene al fatto che gli sia riconosciuta grande clemenza: “Per una sola volta, perdonerò e ritirerò tutte le denunce”. Sembra di leggere il Corano, con tanto di attributi per Allah il compassionevole.
E poi ancora, rivolgendosi agli occidentali: “Alcune persone ci danno dei consigli. Dicono che sono preoccupate. Fatevi gli affari vostri, occupatevi dei vostri problemi”.
Ecco, a questo punto, se e quando ricominceranno i negoziati per l’entrata della Turchia in Europa, per un elementare diritto di reciprocità, bisognerebbe che i delegati UE usassero gli stessi termini, le stesse parole nei confronti della Turchia.
E cresce anche la tensione nei confronti degli Usa, rei di trattenere nel proprio territorio l’acerrimo nemico del sultano, Fethullah Gulen, l’esiliato.
Ci sembra il sultano vada isolandosi sempre più dal contesto internazionale, non solo dall’Europa.