Donald Trump, “la voce del popolo” accetta la nomination

Antonio Capobianco

Donald Trump, “la voce del popolo” accetta la nominationDonald Trump è “la voce del popolo” e perciò accetta la nomination.

Donald Trump si sposta a sinistra. Ma c’era da aspettarselo, dal momento che verso la fine della campagna presidenziale americana, i candidati tendono ad essere massimamente inclusivi, a parlare di lavoro, di poveri, di disagio ecc.

Precedentemente, se alcune posizioni non erano filo-naziste, poco ci mancava. E così il miliardario, nella Convention dell’incoronazione a Cleveland, pontifica: “Sono con voi, con il popolo americano, sono la vostra voce. Con umiltà e gratitudine accetto la nomination per la presidenza degli Stati Uniti”.

“L’America prima – prosegue il magnate – . Il mio messaggio è che le cose devono cambiare e devono cambiare ora. Ogni giorno mi sveglio determinato a fare qualcosa per tutti quelli che ho incontrato in tutta questa nazione che sono stati trascurati, ignorati e abbandonati”.

“Lavorerò per tutti coloro che hanno perso il lavoro e per tutti gli uomini e le donne dimenticati del nostro Paese. Le persone che lavorano duramente ma non hanno più voce”.

Insomma, una sorta di piagnisteo dalle forti tinte populiste, tipico di una certa retorica tutta americana. Ma intanto Donald, non scordiamocelo, decide di far costruire un muro al confine fra Messico e Stati Uniti. Prima l’America, vero?

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