La corsa al trading online: tra numeri e cabala

Antonio Capobianco

La corsa al trading online

Sarà che è la moda del momento; sarà che nei periodi di forte crisi economica ci si appiglia a qualunque cosa possa promettere uno spiraglio di speranza. Fatto sta che ultimamente in Italia si è assistito ad una vera e propria corsa al trading online.
Sono sempre più gli utenti che dedicano a questa forma di investimento che vede il web come mezzo e il guadagno finale come obiettivo (o sogno) da perseguire.
In sostanza oggi molti sognano di diventare trader: ne abbiamo passate un po’ di tutti i colori qui dalle nostre parti. Un tempo si provava a fare soldi con le scommesse; poi con il gratta e vinci; e ancora con il videopoker, le lotterie ecc….
Tutti strumenti che hanno poco a che vedere con gli investimenti e ben più a che fare con rischio e sorte da sfidare. Ebbene anche il trading online non è che sfugge di molto da questa definizione. Lo strumento viene spesso utilizzato alla stregua di una puntata al casinò soprattutto perché ci si avvicinano anche utenti inesperti. Del tutto a digiuno di nozioni in materia di finanza ed economia.
Ecco quindi che diventare trader viene visto quasi alla stregua di un miraggio da perseguire per tentare di fare soldi e svoltare la propria vita. Ben pochi prendono in trading online per quello che realmente è: una tipologia di investimento molto a rischio, come tutti gli investimenti sono, e che riesce a ‘premiare’ solo una piccolissima parte di chi vi si avvicina.
Stiamo parlando di una disciplina che richiederebbe quindi un approccio scientifico, matematico e non certo cabalistico. Per investire nel trading online è necessario saper leggere i grafici e interpretare i segnali che il mercato ci lancia; capire quando è il momento di investire e quando, invece, di tirare i remi in barca. E poi ci vuole fiuto: un po’ come i grandi investitori della Borsa, gli squali della finanza. Riuscire a ‘sentire’ gli investimenti. Nel senso di capire, comprendere e agire di conseguenza.
Attitudini che non si comprano al mercato né si trovano per strada; alcune sono innate, o si hanno o non le si avranno mai. Altre si possono apprendere, affinare, perfezionare. In entrambi i casi, come si vede, è esclusa l’approssimazione e l’approccio allo strumento senza uno straccio di preparazione.

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