Si avvicina il Ramadan, per l’Isis è l’ora di “Colpire i civili in occidente”.
E’ l’Isis che continua a mandare appelli farneticanti: “Non bisogna preservare il sangue perché non c’è nessuno innocente”.
La qual cosa non si capisce bene cosa voglia dire, ma di solito i messaggi di morte sono proprio così: incomprensibili nella logica e diretti solo alla pancia delle persone, affinché chi li ascolta non capisca ma agisca solamente. Come le pecore.
Il portavoce dell’Isis Abu Muhammad al Adnani per mezz’ora continua a farneticare pure lui e lancia attacchi, invettive e quant’altro contro tutti: Stati Uniti, Crociati, Ebrei, e chi più ne ha più ne metta.
Tutta questa escalation in previsione del prossimo Ramadan, che inizierà il 7 giugno. Il suo invito pressante è “combattere, combattere, combattere”.
Di solito questi invasati qualche settimana dopo fanno una fine non propriamente gloriosa colpiti da un drone che vola sopra le loro teste.
Adnani poi se l’è presa particolarmente con la campagna condotta dagli Stati Uniti contro il Califfato.
Ma questa cosa potrebbe essere indicativa del fatto che lo Stato Islamico, o quel che ne rimane, è realmente in difficoltà dopo le ultime sconfitte subite in Siria e Iraq.