Un nuovo studio ha messo in luce l’importanza del sonno profondo, o sonno a onde lente, nella prevenzione della demenza, soprattutto per le persone di età superiore ai 60 anni. Secondo la ricerca del 2023, perdere anche solo l’1% di questo tipo di sonno ogni anno può aumentare il rischio di demenza del 27%. Questi risultati suggeriscono che il sonno profondo potrebbe essere un fattore chiave, ma potenzialmente modificabile, per ridurre il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative.
Cos’è il Sonno a Onde Lente?
Il sonno a onde lente rappresenta la terza fase del ciclo del sonno, un periodo di 90 minuti in cui il corpo entra in uno stato di riposo profondo che dura tra i 20 e i 40 minuti. Durante questa fase, il cervello rallenta, la frequenza cardiaca si riduce, e la pressione sanguigna scende. Questo tipo di sonno non solo rafforza muscoli, ossa e sistema immunitario, ma prepara anche il cervello a immagazzinare nuove informazioni.
Studi recenti hanno dimostrato che le persone con alterazioni cerebrali associate all’Alzheimer ottengono risultati migliori nei test di memoria se riescono a dormire più a lungo in questa fase profonda. Matthew Pase, neuroscienziato della Monash University, ha spiegato: “Il sonno a onde lente aiuta il cervello a invecchiare in modo sano e facilita l’eliminazione di rifiuti metabolici, tra cui le proteine legate al morbo di Alzheimer.”
L’Impatto del Sonno Profondo sul Rischio di Demenza
Per analizzare questa relazione, un team internazionale di ricercatori ha studiato 346 partecipanti al Framingham Heart Study, monitorando i loro modelli di sonno attraverso esami polisonnografici effettuati tra il 1995 e il 2003. Nessuno dei partecipanti presentava sintomi di demenza all’inizio dello studio. Dopo un follow-up di 17 anni, sono stati registrati 52 casi di demenza, permettendo di osservare un legame chiaro tra il declino del sonno profondo e il rischio aumentato di demenza.
I dati hanno evidenziato che il sonno a onde lente tende a diminuire naturalmente dopo i 60 anni, con il declino che si stabilizza intorno ai 75-80 anni. Ogni punto percentuale di riduzione annua del sonno a onde lente è stato associato a un aumento del rischio di demenza del 27%, che sale al 32% quando si considera specificamente il morbo di Alzheimer, la forma più comune di demenza.
Fattori di Rischio e Considerazioni Genetiche
Il Framingham Heart Study, che monitora numerosi aspetti della salute nel tempo, ha evidenziato che un sonno profondo insufficiente è anche collegato a fattori di rischio cardiovascolari, l’uso di farmaci che influenzano la qualità del sonno e la presenza del gene APOE ε4, noto per la sua associazione con l’Alzheimer. Pase ha sottolineato che, sebbene esista una chiara correlazione tra il gene APOE ε4 e il declino del sonno a onde lente, non è stato riscontrato un legame diretto con la perdita di volume cerebrale, un altro segnale precoce della malattia di Alzheimer.
La Necessità di Ulteriori Ricerche
Gli autori dello studio hanno avvertito che, nonostante le associazioni riscontrate, i dati non dimostrano un rapporto causale diretto. È possibile che sia la progressione della demenza a influenzare negativamente il sonno profondo e non viceversa. Pertanto, saranno necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno questi meccanismi.
Come Proteggere la Salute Cerebrale Attraverso il Sonno
Nel frattempo, migliorare la qualità del sonno rimane una priorità essenziale per la salute cerebrale. Il sonno a onde lente non è solo cruciale per la memoria, ma anche per il benessere generale. Adottare abitudini sane per migliorare il sonno, come mantenere una routine regolare, limitare la caffeina e creare un ambiente di riposo rilassante, potrebbe fare una differenza significativa nel lungo periodo.