LignoSat: Il Primo Satellite in Legno al Mondo Lanciato nello Spazio

Antonio Capobianco

Un nuovo capitolo nell’esplorazione spaziale è stato scritto con il lancio di LignoSat, il primo satellite realizzato in legno, progettato e costruito da scienziati giapponesi. Questa impresa innovativa, un esperimento pionieristico volto a testare materiali sostenibili nello spazio, potrebbe influenzare le future missioni su Marte e sulla Luna.

LignoSat Il Primo Satellite in Legno al Mondo Lanciato nello Spazio
immagine dimostrativa

Il piccolo satellite cubico da 10 cm, realizzato dall’Università di Kyoto in collaborazione con Sumitomo Forestry, è stato progettato con l’intento di esplorare le potenzialità del legno come materiale strutturale nello spazio. Inizialmente trasportato verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) grazie a un razzo SpaceX, verrà poi posizionato in un’orbita stabile a 400 km sopra la Terra.

Un Design Sostenibile e Tradizionale

Il satellite, costruito in legno di magnolia, si distingue per la sua struttura unica, assemblata utilizzando antiche tecniche artigianali giapponesi, senza l’uso di colla o viti. Secondo i ricercatori, questo approccio non solo promuove la sostenibilità, ma potrebbe anche ridurre il problema dei detriti spaziali.

Takao Doi, professore dell’Università di Kyoto e parte del team di ricerca, ha dichiarato: “Con il legno, un materiale che possiamo produrre autonomamente, possiamo immaginare un futuro in cui costruiamo habitat spaziali sulla Luna o su Marte, rendendo sostenibile la vita nello spazio”.

Vantaggi del Legno nell’Ambiente Spaziale

Nel vuoto spaziale, il legno dimostra una resistenza superiore rispetto alla Terra. L’assenza di ossigeno e umidità elimina la possibilità di marciume o incendi, caratteristiche che rendono questo materiale particolarmente interessante per applicazioni nello spazio. Un altro vantaggio critico del legno è la sua degradabilità: i satelliti di legno, al termine della loro vita operativa, possono bruciare completamente rientrando nell’atmosfera, riducendo significativamente i detriti spaziali rispetto ai tradizionali satelliti metallici.

Test e Futuro Sviluppo

Una volta rilasciato nello spazio, LignoSat rimarrà in orbita per sei mesi. Durante questo periodo, i suoi strumenti raccoglieranno dati sulla capacità del legno di resistere alle condizioni ambientali estreme dello spazio, caratterizzate da rapide variazioni di temperatura e bassa gravità. I ricercatori analizzeranno aspetti come la stabilità termica, le proprietà magnetiche e la risposta meccanica del legno in orbita.

“Sembra un’idea antiquata, ma in realtà il legno rappresenta una tecnologia futuristica, soprattutto quando si tratta di espansione della civiltà verso la Luna e Marte”, ha spiegato Doi. I ricercatori auspicano che i risultati di questo esperimento possano aprire la strada a nuove applicazioni e partnership, forse persino con aziende come SpaceX di Elon Musk.

Una Soluzione ai Rifiuti Spaziali?

Il problema dei rifiuti spaziali è in costante crescita, e l’utilizzo di materiali biodegradabili come il legno potrebbe essere una risposta efficace. Se il progetto LignoSat avrà successo, potrebbe gettare le basi per una nuova generazione di satelliti ecologici. “Potrebbe arrivare il giorno in cui i satelliti metallici saranno vietati”, ha ipotizzato il dott. Doi, evidenziando l’importanza di trovare alternative più sicure e sostenibili per l’ambiente.

Il satellite in legno rappresenta quindi una svolta significativa nella ricerca di soluzioni innovative per un futuro più sostenibile nello spazio.

Next Post

Buco Nero Primordiale: Divora Materia 40 Volte Più Velocemente del Limite Teorico

Un buco nero supermassiccio nell’Universo primordiale sta lasciando gli astronomi senza parole. Situato nel cuore della galassia LID-568, questo colosso cosmico è stato osservato mentre inghiottiva materia a un ritmo impressionante, oltre 40 volte superiore al limite teorico conosciuto come il limite di Eddington. La scoperta rappresenta una svolta fondamentale […]
Buco Nero Primordiale Divora Materia 40 Volte Più Velocemente del Limite Teorico