Cosa succede se non si aderisce al concordato preventivo biennale

Antonio Capobianco

Il concordato preventivo è una procedura disciplinata dagli articoli 160-186 del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), pensata per permettere al debitore in difficoltà economica di evitare il fallimento proponendo ai creditori un piano di ristrutturazione dei debiti. Tale piano deve essere approvato dalla maggioranza dei creditori, sia in termini di numero sia di valore dei crediti, e consente al debitore di risanare la propria posizione attraverso una ristrutturazione del debito o mediante la cessione parziale o totale del patrimonio.

Cosa succede se non si aderisce al concordato preventivo biennale
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Uno degli elementi centrali del concordato preventivo è la possibilità per il debitore di ottenere una riduzione dell’esposizione debitoria e una riorganizzazione finanziaria, in cambio di una ripartizione più favorevole per i creditori rispetto a quella che si avrebbe con il fallimento. Tuttavia, non è raro che uno o più creditori decidano di non aderire al concordato. Esaminiamo quindi cosa accade se si rifiuta di aderire a un concordato preventivo e le relative conseguenze legali.

1. Cos’è il Concordato Preventivo Biennale

Il concordato preventivo biennale rappresenta una particolare forma di concordato preventivo in cui il piano di risanamento e pagamento dei creditori si sviluppa su un periodo di due anni. Durante questo lasso di tempo, il debitore si impegna a rispettare i termini concordati con i creditori e a soddisfare, in tutto o in parte, i crediti vantati.

Il concordato biennale può prevedere:

  • La dilazione o la riduzione dei debiti;
  • La cessione di beni del debitore;
  • L’intervento di un terzo che garantisce il pagamento dei crediti.

Questo strumento è fondamentale per permettere a imprese in difficoltà di continuare l’attività economica, preservando al contempo i posti di lavoro e la continuità dell’impresa, sebbene con un ridimensionamento delle obbligazioni economiche.

2. Adesione e Mancata Adesione al Concordato

Nel processo di approvazione del concordato preventivo, la partecipazione dei creditori è fondamentale. Essi sono chiamati a esprimere il loro voto sull’accettazione del piano di ristrutturazione del debitto. Affinché il concordato sia approvato, è necessario il voto favorevole della maggioranza dei creditori, calcolata sia in termini di valore dei crediti sia di numero dei creditori.

Se un creditore decide di non aderire, e la maggioranza invece approva il piano, la mancata adesione di uno o più creditori non blocca l’esecuzione del concordato. Il piano diventa comunque vincolante per tutti i creditori, anche per quelli che hanno votato contro o non hanno partecipato alla votazione, a condizione che venga raggiunta la maggioranza richiesta. In altre parole, la decisione della maggioranza prevale e viene imposta anche alla minoranza dissenziente.

3. Conseguenze della Mancata Adesione

Se un creditore non aderisce al concordato, le conseguenze principali possono essere sintetizzate come segue:

  • Vincolatività della Decisione: Come già anticipato, se la maggioranza dei creditori approva il concordato, il creditore dissenziente è comunque vincolato dal piano. Ciò significa che dovrà accettare le condizioni stabilite dalla procedura di concordato, anche se ha espresso voto contrario. Questo principio è sancito dall’articolo 180 del Codice della crisi d’impresa che stabilisce la possibilità di omologazione del concordato anche in presenza di opposizioni, purché il piano soddisfi determinati criteri di convenienza economica rispetto al fallimento.
  • Possibili Impugnazioni: Il creditore dissenziente ha il diritto di impugnare il concordato preventivo davanti al tribunale, ma solo per determinati motivi previsti dalla legge, come l’inadeguatezza del trattamento economico che riceverebbe rispetto ad altre categorie di creditori, o la violazione di norme procedurali. L’impugnazione, tuttavia, non sempre porta all’annullamento del concordato, e il tribunale tende a confermare l’omologazione se il piano risulta comunque vantaggioso per i creditori rispetto al fallimento.
  • Effetti in Caso di Rigetto del Concordato: Se il concordato non viene approvato dalla maggioranza dei creditori, o viene respinto dal tribunale per mancanza dei requisiti, il debitore può trovarsi di fronte al fallimento. In tal caso, il creditore dissenziente potrebbe partecipare alla procedura fallimentare, dove le prospettive di recupero del credito sono generalmente peggiori rispetto a quelle offerte dal concordato.

4. Vantaggi dell’Adesione al Concordato

Per i creditori, aderire al concordato preventivo può rappresentare una scelta più vantaggiosa rispetto alla partecipazione a una procedura fallimentare. I benefici principali sono:

  • Recupero parziale del credito: In molte situazioni, il concordato permette di recuperare una parte del credito che sarebbe probabilmente irrecuperabile in caso di fallimento.
  • Tempi più brevi: Le procedure fallimentari tendono ad essere molto lunghe e costose. Il concordato, seppur articolato, offre tempi di risoluzione più rapidi.
  • Mantenimento delle relazioni commerciali: In alcuni casi, l’accettazione del concordato permette di mantenere rapporti commerciali con il debitore, che può continuare la sua attività in maniera ristrutturata e rinnovata, evitando la cessazione dell’attività.

5. Conclusioni

La mancata adesione al concordato preventivo da parte di un creditore non impedisce, di per sé, l’approvazione e l’esecuzione del piano, se questo viene accettato dalla maggioranza. Tuttavia, è essenziale che i creditori valutino attentamente la proposta del debitore, tenendo in considerazione che, spesso, il concordato può offrire una soluzione più conveniente e tempestiva rispetto al fallimento.

Rifiutare di aderire senza valide ragioni può portare il creditore a trovarsi in una situazione meno favorevole, qualora la procedura fallimentare non consenta un recupero adeguato dei crediti. Inoltre, i creditori dissenzienti devono ricordare che la legge italiana prevede meccanismi di salvaguardia per garantire un trattamento equo per tutti, inclusi coloro che non approvano il piano concordatario.

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