Cyber security, com’è messa l’Italia dal punto di vista della sicurezza informatica?

Antonio Capobianco

L’Italia, si sa, deve ancora recuperare terreno per quanto riguarda la sicurezza informatica dei propri sistemi. Nell’ultimo anno, tuttavia, sembra che il governo sia stato mosso da una grande volontà di colmare il gap con gli altri paesi europei investendo grandi somme nella cybersecurity. Ma a che punto siamo?

Cyber security come messa Italia dal punto di vista della sicurezza informatica
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Il triste primato dell’Italia

Per quanto riguarda la sicurezza informatica il nostro paese risulta il più colpito da attacchi ransomware in tutta Europa. Non è un caso, certo, dal momento che il tema della cybersecurity è stato spesso trattato con una certa superficialità, e non sono stati fatti investimenti adeguati per garantire ai nostri sistemi informatici una sicurezza al pari degli altri paesi europei. Tuttavia, di recente, pare si stia cominciando a comprendere che la cybersecurity è da considerare necessariamente un investimento e non un costo e sono state messe a punto strategie che potrebbero permetterci di guadagnare terreno e raggiungere standard di sicurezza più elevati.

Il governo italiano ha addirittura avviato delle consultazioni con i principali operatori web, esperti in materia di sicurezza online; parliamo di rappresentanti di società come Amazon, Netflix o amministratori di piattaforme come il NetBet che possono rivelarsi interlocutori fondamentali al fine di arricchire la nostra conoscenza riguardo al tema della cybersecurity.

Come si sta muovendo il nostro paese

Come si sta muovendo il nostro paese
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Già nel 2019 gli esperti hanno lanciato l’allarme, ritenendo che i sistemi informatici del nostro paese corressero seri rischi dal momento che non fossero state investite somme adeguate per la prevenzione delle aziende e delle infrastrutture dagli attacchi degli hacker e dei cyber criminali. Quest’anno sembra che il messaggio sia stato finalmente colto, dato che il governo ha stanziato ingenti risorse economiche per attenuare la vulnerabilità dei nostri sistemi informatici.

La nuova “Strategia nazionale di cyber-sicurezza 2022-2026” firmata qualche giorno fa dal Presidente del Consiglio Mario Draghi fissa i principali obiettivi e le modalità di intervento per far fronte a eventuali emergenze informatiche. Il piano prevede, inoltre, uno stanziamento annuo dell’1,2% degli investimenti nazionali lordi di cui avranno beneficio tanto le aziende e le infrastrutture pubbliche quanto quelle private.

Gli obiettivi principali che vengono evidenziati nel documento di 32 pagine sono tre: in primis, la protezione degli operatori, delle istituzioni e dei membri della società civile. In secondo luogo lo Stato garantisce una risposta rapida ed efficiente nel caso di attacchi informatici perpetrati ai sistemi nazionali. Un ultimo aspetto che viene contemplato nel piano è quello di mantenere l’asticella alta per quanto riguarda lo sviluppo e la ricerca, in modo che la cybersecurity italiana raggiunga livelli sempre più elevati e possa ritenersi, nel breve periodo, fuori da ogni pericolo.

Quando avrà inizio la Strategia nazionale?

Proprio perché i tempi ci suggeriscono di raggiungere rapidamente una sicurezza informatica di alto livello, la strategia nazionale di cyber-sicurezza ha inizio fin da subito. Il periodo di tempo interessato riguarda i quattro anni 2022-2026, anche se non si esclude che i nostri sistemi possano ottenere una copertura sufficiente anche in un periodo di tempo minore. Staremo a vedere quali saranno gli sviluppi futuri, ma per il momento possiamo ritenerci soddisfatti dato che il tema della cybersecurity ha finalmente ottenuto una risposta concreta ed efficace.

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