L’aumento della speranza di vita osservato negli ultimi anni ha generato numerosi cambiamenti nel modo di concepire l’invecchiamento e il pensionamento.
Attualmente, il processo di ritiro dalla fase di lavoro formale può essere considerato come una fase di rischio o di opportunità.
Ciò dipende da molti fattori, inclusi genetici, storici, contestuali e personali. Le caratteristiche personali includono la personalità, le emozioni, le azioni e il modo di interpretare gli eventi nel corso della vita.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l’invecchiamento Sano come il processo di promozione e mantenimento della capacità funzionale che consente il benessere in età avanzata.
Sebbene il controllo che una persona può avere sui propri aspetti genetici e contestuali sia nullo, o nel migliore dei casi molto limitato, vi è una maggiore capacità di scelta in alcuni aspetti personali, soprattutto nelle azioni che quotidianamente vengono svolte e nel modo di interpretare gli eventi vitali.
Ecco perché sono utili alcuni consigli psicologici per affrontare questa fase in modo sano.
L’importante è selezionare attività che si possano svolgere frequentemente e che si adattino ai nostri gusti e alle nostre capacità. Se c’è una varietà di attività ancora migliore.
Mantenere un contatto frequente con i propri cari (famiglia, amici) e con l’ambiente (ad esempio, vicini o fornitori di attività vicine) è essenziale per sentirsi bene.
Non abbandonare ovviamente i lavori domestici o la cura della persona. I vantaggi di mantenere una routine attiva e autonoma non sono solo fisici, ma anche psicologici. Se un qualsiasi compito richiede aiuto, nei casi in cui è possibile, è importante apportare gli adattamenti necessari affinché la persona possa continuare a parteciparvi.
La cosa più importante di tali raccomandazioni è essere in grado di adattarle ai bisogni, alle capacità e agli interessi individuali. Se si incontrano difficoltà o sfide in questo processo, si consiglia di consultare un professionista sanitario.
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