Unioni civili, per la CEI sono alternative alla famiglia

Antonio Capobianco

Unioni civili, per la CEI sono alternative alla famigliaPer la CEI “le unioni civili sono da considerarsi alternative alla famiglia”.

Ci risiamo. Vescovi di nuovo all’attacco, e con le solite argomentazioni retrive, trite e ritrite, inattuali, anacronistiche, antistoriche.

In un documento, a conclusione del Consiglio episcopale, si legge che “l’equiparazione in corso tra matrimonio e unioni civili, con l’introduzione di un’alternativa alla famiglia, è stata affrontata all’interno della più ampia preoccupazione per la mutazione culturale che attraversa l’occidente”.

“Si è espressa la consapevolezza della missione ecclesiale di dover annunciare il Vangelo del matrimonio e della famiglia, difendendo l’identità della sua figura naturale, i cui tratti sono recepiti dalla stessa Carta Costituzionali”.

La CEI poi, in maniera più seria e probabilmente pertinente, si è espressa sul tema delle nuove povertà. La Conferenza ha parlato di “una Chiesa vicina alla gente, della quale non ha esitato a farsi voce”.

“Ecco le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese. Ecco la piaga della disoccupazione, per affrontare la quale non bastano i richiami alla solidarietà, ma serve una nuova, forte imprenditorialità e un welfare di comunità. Ecco la preoccupazione per l’inverno demografico e l’assenza di politiche familiari efficaci”.

Insomma, un programma di governo firmato CEI. All’insegna della laicità dello Stato, ovviamente.

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